Jacopo Larcher Marzo 2014

Prinzip Hoffnung

Austria  •  
Arrampicata trad

ADVENTURES

Prinzip Hoffnung

Quando ripenso al periodo in cui alternavo le competizioni alla falesia, ricordo in maniera distinta alcune vie che mi ispiravano particolarmente, ma che al contempo mi intimorivano. "Prinzip Hoffnung" era una di quelle.

2014 Prinzip Hoffnung

Scheda tecnica

Stato

Austria

Tipologia

Via tradizionale

Via

Prinzip Hoffnung

Falesia

Bürser Platte

Lunghezza

-

Grado difficoltà

8b/+ (E9/10)

Liberata da

Beat Kammerlander (2009)

Ripetuta da

Alex Luger (2009)

JACOPO, 2014 - Prinzip Hoffnung
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2014 Prinzip Hoffnung

Nuove prospettive

Salire “Prinzip Hoffnung” è stato probabilmente uno dei momenti più belli della mia carriera e della mia vita, e mi ha aperto gli occhi verso nuove prospettive.

2014 Prinzip Hoffnung

Racconto

L'idea

Quando ripenso al periodo in cui alternavo le competizioni alla falesia, ricordo in maniera distinta alcune vie che mi ispiravano particolarmente, ma che al contempo mi intimorivano molto. "Prinzip Hoffnung" era una di quelle.

Ho impresso le immagini di Beat Kammerlander intento ad arrampicare su quella incredibile linea, nel cuore del villaggio di Bürs; saliva spalmando i piedi su appoggi invisibili, assicurandosi solamente con dei micro nuts: all’epoca per me era assolutamente impensabile.

In quegli ultimi anni il mio approccio verso l’arrampicata era cambiato molto. Avevo intrapreso nuove esperienze, ma sentivo il bisogno di qualcosa di più intenso e impegnativo; si trattava di un’evoluzione naturale, nella vita come nell’arrampicata.

L'estate precedente avevo scalato spesso a Bürs, e passando sotto l’accattivante linea di "Prinzip" avevo capito che avrei dovuto provarla, per comprendere quanto fossi migliorato come arrampicatore, e se fossi stato in grado di azzardare qualcosa del genere. Sarebbe stata una sfida, proprio come tutte le altre… solamente più pericolosa.

La via

Una sera di ottobre, prima di partire per un viaggio di due mesi negli Usa, mi sono calato sulla via per ispezionarla, senza scarpette, osservando da vicino protezioni e prese: è stato amore a prima vista.

La via segue una fessura sottile, che scompare dopo venticinque metri riapparendo sei metri più in alto; quella sezione di placca corrisponde al crux. Al rientro dall’America ho iniziato a provarla, calandomi ancora una volta dall’alto per pulirla, scovando appigli minuscoli, e capire a fondo come proteggermi. La parte in fessura non mi spaventava troppo, ma la sezione chiave con la placca di sei metri, per me rappresentava un’incognita: prese e appoggi erano microscopici, quasi inesistenti, e la scalata molto complicata, tanto che la soluzione per superare quel tratto l’ho individuata dopo ore.

A dicembre il sole illumina la parete per un’ora appena, quindi sono tornato più volte in solitaria per salirla in auto sicura. In principio non avrei mai immaginato di poter tentare un giro dal basso, ma ho proseguito sospinto da una motivazione che era aumentata con l’arrivo di Babsi (Barbara Zangerl n.d.r.): la condivisione di un progetto rende lo stesso più stimolante ed è la parte migliore di ogni avventura.

La salita

Il freddo, però, ci aveva costretti a uno stop forzato di qualche mese, così ne avevamo approfittato per allenarci in palestra.

Siamo tornati a Bürs a metà febbraio, più carichi che mai. Il sole illuminava più a lungo la parete, e abbiamo fatto progressi notevoli. L’idea di salirla da primo, anche se da secondo cadevo sempre, non era più così inimmaginabile: mi sentivo pronto per un tentativo dal basso. Il primo giro non è stato un grande successo: sono caduto addirittura al di sotto del passo chiave, ma il fallimento si è rivelato utile per acquisire più fiducia nelle protezioni. Ricordo ancora la prima volta che sono volato su quel micro nut: ero certo che non avrebbe retto e che sarei arrivato fino alla protezione successiva; invece, aveva sorprendentemente tenuto.

Quando, dopo alcuni giorni, siamo tornati, il sole stava per calare, ma le condizioni era buone e così ho deciso di salire comunque. Sono partito senza alcuna aspettativa, ma scalando preciso e con decisione: nonostante gli appoggi si individuassero a fatica, mi sono ritrovato incredulo al termine della sezione chiave. L’ultima parte non è difficilissima, ma non riuscivo a vedere a più di un metro; così mi sono sforzato di non riposare troppo e ho continuato verso la catena. La combinazione tra il buio e la profonda concentrazione ha reso quel momento ancora più magico: ho rinviato la catena e mi sono fermato a rimirare le luci del villaggio, realizzando che un altro mio grande sogno era divenuto realtà. La salita di "Prinzip Hoffnung" è stato probabilmente uno dei momenti più belli della mia carriera e della mia vita, e mi ha aperto gli occhi verso nuove prospettive.

JACOPO, 2014 - JACOPO, 2014
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JACOPO, 2014 - JACOPO, 2014
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JACOPO, 2014 - JACOPO, 2014
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JACOPO, 2014 - JACOPO, 2014

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