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La nord dell'Eiger è una delle pareti più famose delle Alpi. Era da anni che sognavo di salire una via attraverso quel mare di roccia. "Odyssee", liberata nel 2015, vince la parte più strapiombante della parete ed attendeva ancora una prima ripetizione in libera.
Svizzera
Bigwall
Odyssee
Parete Nord dell'Eiger
1400m
8a+
Roger Schäli, Robert Jasper, Simon Gietl
Barbara Zangerl e Jacopo Larcher
Il meteo era molto instabile ed i temporali erano frequenti, ma avevamo solamente quei giorni a disposizione: dovevamo provarci!
L’Eiger ha sempre giocato un ruolo particolare nella storia dell’alpinismo europeo. La fama della sua parete nord ha intimorito, ed allo stesso tempo attirato, generazioni di scalatori, tra i quali anche noi.
Era da diverse stagioni che sognavo di provare a salire una via su quella parete, ma per un motivo od un altro non avevo mai preso l’iniziativa. Vie come “Paciencia”, “La vida es silbar” o “Odyssee” continuavano a incuriosire Babsi e me, così quest’estate ci siamo finalmente decisi ad andarle a provare di persona… o meglio almeno una di esse.
Il meteo si è ben presto rivelato essere l’ostacolo principale; il caldo torrido giocava a nostro favore, ma i temporali frequenti non invitavano di certo a restare più giorni in parete.
La voglia di scalare su quella parete ha preso comunque il sopravvento e così, a metà agosto, ci siamo diretti verso Grindelwald. Per aggirare il problema del meteo, abbiamo deciso di salire alcune vie in giornata, bivaccando per alcuni giorni alla base del ghiacciaio. Il nostro prima approccio con la parete è stata “Deep blue sea”, probabilmente una delle vie più famose e corte. Siamo subito rimasti positivamente colpiti dalla qualità della roccia, che non ha nulla da invidiare alle pareti di calcare più blasonate. Come seconda via abbiamo scelto “Magic Mushroom”, decisamente più lunga ed impegnativa rispetto alla precedente, ma comunque possibile in giornata. Grazie anche ad un po' di fortuna con il meteo siamo riusciti a salire entrambe vie in libera, un ottimo inizio ed una bella fonte di motivazione per provare qualcosa di più lungo ed impegnativo.
Dopo aver ripetuto queste vie abbiamo spostato la nostra attenzione su “Odyssee”, una delle ultime nate sulla Rote Fluh, la parte più strapiombante dell’Eiger. Iniziata nel 2009, è stata terminata e liberata nel 2015 da Roger Schäli, Robert Jasper e Simon Gietl; attualmente è considerata la via di roccia più difficile della parete ed aspettava ancora una salita ground up in libera.
30 tiri con difficoltà fino all’8a+, protetti da un misto di spit e protezioni tradizionali spesso molto distanziate, la rendono sicuramente una via impegnativa, che va affrontata normalmente in più giorni.
Viste le difficoltà avevamo previsto di trascorrere più giorni in parete, così da avere tempo a sufficienza per provare a salire entrambi tutti i tiri in libera. Ovviamente la grossa incognita, nonché uno degli ostacoli principali, era il meteo. Un po’ per scaramanzia, un po’ per non dover rinunciare ad un tentativo ancora prima di iniziarlo, abbiamo deciso di non controllare accuratamente le previsioni e siamo partiti per un tentativo.
Abbiamo trascorso 4 giorni, ed altrettante notti, in parete, durante le quali siamo stati sorpresi da diversi temporali; per fortuna la parte destra dell'Eiger è molto strapiombante ed avevamo un portaledge singolo all’interno del quale potevamo ripararci dalla pioggia. Il primo giorno abbiamo salito i tiri impegnativi iniziali, terminando la giornata con il tiro chiave della via, un 8a+ molto corto e boulderoso. Il secondo giorno è stato decisamente il più intenso; molti tiri, fino al 7c+, erano completamente bagnati ed abbiamo combattuto non poco per evitare di doverci ritirare e riuscire a salirli. Il terzo giorno abbiamo raggiunto l’ultimo tiro difficile della via, un 8a situato ad un centinaio di metri dalla cima, dove abbiamo bivaccato per l’ultima volta. L'indomani, spaventati dal fronte di brutto tempo che si stava avvicinando, abbiamo salito velocemente gli ultimi facili tiri, ma mai banali, prima di cominciare la lunga discesa in doppia. Il temporale ci ha sorpreso proprio sulle calate finali e siamo arrivati alla macchina bagnati fradici ed esausti, ma allo stesso tempo felicissimi di essere riusciti a salire entrambi in libera questa via spettacolare!