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"Psychogramm" è una via molto boulderosa, caratterizzata da un lungo run out su un piccolissimo nut. Cadere alla fine di quel tratto potrebbe rivelarsi estremamente pericoloso.
Austria
Via tradizionale
Psychogramm
Bürser Platte
-
8b+
Alexander Luger (2014)
Fabian Buhl (2015)
Nel 2014, Alex Luger è riuscito a liberare questo vecchio progetto, gradandolo 8b+. In quel periodo stavo provando la vicina “Prinzip Hoffnung” e l’avevo assicurato durante alcuni tentativi; la via mi aveva colpito molto, ma all’epoca mi sembrava troppo rischioso salirla.
L’inverno durante il quale stavo provando “Prinzip Hoffnung” c’era molto movimento alla Bürser Platte. Beat Kammerlander stava tentando una nuova via sul lato sinistro della parete, mentre Alex Luger aveva cominciato a provare un vecchio progetto nella parte centrale. La linea seguiva dapprima una sottilissima fessura, per poi continuare, per circa cinque metri, su una placca liscissima, fino a raggiungere una buona presa. La prima parte non sembrava molto pericolosa, ma il run out finale, il tratto chiave, faceva veramente paura. L’ultima protezione era molto piccola ed, essendo la via relativamente corta, se fosse saltata c’era il pericolo di ritrovarsi per terra.
Per risolvere questo problema, Alex aveva escogitato un sistema per cui necessitava di due assicuratori; considerando che non era sempre semplice trovarli, mi ero offerto di aiutarlo.
È proprio così che ho iniziato a interessarmi alla via, ma, considerandola all’epoca troppo rischiosa da salire, avevo deciso di rimandare i primi tentativi a quando mi sarei sentito pronto.
Quell’anno l’ho trascorso acquisendo dimestichezza con l’arrampicata trad, accrescendo la mia fiducia nel materiale e sentendomi pian piano più sicuro mentre scalavo.
Dopo essermi ripreso da un’infortunio al dito, l’inverno successivo sono tornato alla Bürser Platte per dare un’occhiata a “Psychogramm”, riuscendo a individuare con facilità una soluzione adatta alla mia statura e salendo la via un paio di volte in top rope e una volta dal basso, cadendo due volte al passo chiave. Purtroppo la stagione per quella parete stava terminando, e ho dovuto rimandare il progetto all’anno successivo. Nonostante il fallimento, ero soddisfatto dei progressi fatti in quei mesi, perché mentre arrampicavo mi sentivo tranquillo e sicuro.
L’inverno seguente, di ritorno da Yosemite, ho ricominciato a dedicarmi all’arrampicata trad. Mi sentivo abbastanza in forma nonostante i lunghi periodi trascorsi in parete, e avevo deciso di sfruttare quella circostanza per provare alcune vie impegnative.
Dopo essere riuscito a salire “Lapoterapia” trad, visto il meteo particolarmente stabile, sono tornato alla Bürser Platte per cercare di chiudere i conti con “Psychogramm”. Mi sentivo in forma, sia fisicamente che mentalmente, e, dopo aver riprovato la via in auto sicura dall’alto, mi sono sentito pronto per un tentativo dal basso, senza ricorrere alla tecnica di Alex, con un doppio assicuratore, ma facendomi assicurare esclusivamente da Babsi (Barbara Zangerl n.d.r.). Il primo giorno sono caduto ancora un paio di volte al passo chiave, fortunatamente senza che il micro nut uscisse; il giorno successivo, invece, è filato tutto liscio, e ho chiuso la via. Ero preoccupato di come avrei reagito sul lungo run out finale, ma ho scalato concentrato e rilassato: è sempre una piacevole sensazione riuscire a governare la paura.
Oltre a testimoniare i progressi di quegli ultimi anni, “Psychogramm” mi aveva reso cosciente di quanta importanza cominciasse a rivestire per me questa disciplina.